Scrivere non è un atto semplice; non è pubblicare quotidianamente una vacua vanità sul vuoto cosmico che riempie l’esistenza individuale denigrando le cellule costituenti il proprio organismo.
Scrivere è la crescita del pensiero, l’espressione materialista della logica che connette parti apparentemente lontane dai loro piedi.
Nell’atto sovvengono lettere nere su bianchi fogli, durante il giorno e la notte, secondo struttura e composizione di dovere, importanti per esplicitare bene significati e sapori della storia corrente.
La composizione, ciononostante, necessita qualcosa in più, oltre la struttura e l’essenziale e corretta punteggiatura, sapore alquanto raro negli ultimi tempi.
Durante lo scorrere dei pensieri, resi materiali dal procedimento, il vento e i colori attorno alle mani, soavemente adagiate in pianoforte, fluiscono in parallelo ai precedenti, i quali sussurrano la reale composizione dell’universo attorno al polo dove è estesa la rotazione del respiro quotidiano dell’esistenza.
Le frasi si allungano costruendo il sentiero all’interno delle fibre del corpo, elevando l’anima attraverso gli alberi e dall’oscurità e dalle ombre che segnano forme, colori e personalità.
La scrittura è il gusto di diversi aspetti della logica sviluppata attraverso l’osservazione esterna e interna. Non si può concepire la scrittura quando non si può unire il corpo allo spirito. In questo senso la scrittura diventa un modo per comprendere e scoprire sé stessi, passo dopo passo, lettere dopo lettere, fino al limite che la creatività e l’analisi scientifica consentono.
L’uso del pensiero crea discorsi che sono già nati da tempo; scrivere, fondamentalmente, è l’espressione dell’individuo e di ciò che veramente è, dal senso d’ordine sino alla reale capacità di materializzare ed esprimere le vibrazioni dell’essere, di tanto e un giorno o l’altro.
Scrivere è evidenziare, solcare, consumare e nutrire l’esistenza; ci vuole tanta capacità e, soprattutto, coraggio, coraggio di guardarsi in faccia, da soli e davanti lo specchio di un lago, aspettando che gli alberi dietro destino tale attenzione. E’ il ritorno al non essere e la fine dell’atto.
Scrivere è come parlare; è sempre meglio parlare quando si ha qualcosa di eccezionale da comunicare e stare rigorosamente in silenzio quando non si ha una buona aggiunta da mettere sul tavolo dei contenuti.
La scrittura è nutrire continuamente il lettore, creando dipendenza attraverso il fascino dell’attività riflessiva e compositiva, rivelando parte della verità in diversi aspetti e sapori.
Scrivere è viaggiare senza pretendere di ritornare, senza meta e punto focale in fronte, ma con trasporto e deriva, come i continenti nel mare, nell’illusione di trovare un motivo in sé e nella certezza di collidere e trasformare la crescita nel tempo, un tempo di continua ripetizione, ciclica e infinita. Si costituisce quindi l’orogenesi dello spirito, l’anima inside a body.
Scrivere è voragine e tormento, beatitudine e inquietudine, uragano ciclopico e soffio immediato.
Scrivere è sventrare te stesso per scoprire il contenuto inside a body.
Giovanni Paolo Amenta
Writing is not a simple act; it is not posting daily a vacuous vanity about the cosmic empty that fills the individual existence denigrating the cells constituent own organism.
Writing is the growing of thinking, the materialist expression of the logic that connects parties apparently far from your feet.
In the act appear black letters on white sheets, during the day and night, according texture and composition of duty, important to esplicitate well meanings and tastes of the current story.
Composition, nevertheless, needs still something more, beyond the structure and the essential and correct punctuation, somewhat rare flavor in recent times.
During the sliding of thoughts, made material by the process, the wind and the colors around the hands, suavely reclined in piano, they flow in parallel with the previous ones, which whisper the real composition of the universe around the pole where it is extended the rotation of the daily breathe of existence.
The sentences lengthen by building the path within the fibers of the body, elevating the soul through the trees and from the darkness and shadows that mark shapes, colors and personalities.
Writing is the taste of several aspects of the logic developed via external and internal obsevation. You cannot concept the writing when you cannot unite the body alongside the spirit. In this sense writing become a way to understand and discover yourself, step by step, letters by letters, until the limit that creativity and scientific analysis consent.
The use of thought creates discourses that have already been born time ago; writing, fundamentally, is the expression of individual and of what he really is, from the sense of order to the real ability to materialize and express the vibrations of being, from time to time and one day or another.
Writing is highlighting, furrowing, consuming and feeding existence; it takes a lot of ability and, above all, courage, courage to look at oneself in the face, alone and in front of the mirror of a lake, waiting that the trees behind arouse such attention. It is the return to non being and the end of the act.
Writing is like speaking; It is always better to speak when you have something exceptional to communicate and stay strictly in silent when you do not have a good addition to put on the table of contents.
Writing is feeding continuously the reader, creating addiction through the charm of the reflective and compositional activity, revealing part of the truth in several aspects and tastes.
Writing is traveling without expecting to return, without destination and focal point in front, but with transport and drift, like continents in the sea, in the illusion of finding a reason in themselves and in the certainty of colliding and transforming the growth over the time, a time of continuous repetition, cyclical and infinite. It is therefore constituted the orogeny of the spirit, the soul inside a body.
Writing is chasm and torment, bliss and restlessness, a cyclopean hurricane and immediate breath.
Writing is eviscerate yourself to discover the content inside a body.
Giovanni Paolo Amenta
“La scrittura è puro ragionamento.
Attraverso la punteggiatura emerge la capacità di ragionare, definita dalla sintassi, morfologia e fonetica.
L’analisi si completa con i contenuti, la semantica del processo.
La scrittura è inside a body“.
“Writing is pure reasoning.
Through the punctuation comes out the ability to reason, defined by syntax, morphology and phonetics.
Analysis is completed with the contents, the semantics of the process.
Writing is inside a body“.
Giovanni Paolo Amenta